Rivedo tutto con occhi nuovi – Emanuela Barreri

Emanuela Barreri

Mentre pensavo a cosa scrivere mi sono detta: rivedo tutto con occhi nuovi.

 

Comunicare, relazionarsi, lavorare, studiare, decidere cosa leggere, cosa cucinare, come vestirmi. In particolare come vestirmi, scelgo vestiti morbidi e comodi perché ho bisogno di morbidezza. 

 
Smaltisco le email che ho in arretrato e le trovo vecchie, argomenti non importanti, superati. Sono di un mese fa,
non di anni fa. Mi sembrano cose non importanti, non ho neppure il senso di colpa di non aver risposto, perché

tanto se anche avessi risposto non sarebbe cambiato nulla.

Cambiare non è facile, tantomeno quando il cambiamento ci viene imposto e non ce lo aspettavamo.

Non pensavamo di essere così fragili, deboli, attaccabili. Non avremmo mai pensato che un virus così innocuo, se vogliamo neppure così terribile perché in fin dei conti è un’influenza, potesse metterci in ginocchio e minare il nostro futuro. Perché sì, la nostra paura è nel presente ma soprattutto nel futuro, perché non sappiamo quale sarà, se ricomincerà tutto come prima o se ci saranno – di nuovo – cambiamenti imposti e non decisi da noi.

Il tempo si è dilatato, è vuoto e pieno allo stesso tempo.

Alcuni si annoiano, la giornata non finisce mai, altri  pensano “ma come facevo prima a fare tutte quelle cose?”.

Chi sta lavorando per fronteggiare l’emergenza è esausto e guarda con una leggera invidia chi è a casa.

 
Le telefonate sono più consapevoli, più vere. Facciamo attenzione a non disturbare le persone. Prima non accadeva, telefonavamo sempre, da qualsiasi luogo e quasi sempre facendo anche altro. Adesso abbiamo del
tempo intorno a noi e lo usiamo per non disturbare l’altro, lo rispettiamo. Se non chiamiamo adesso non

importa, possiamo farlo dopo o domani.

E c’è anche una sorta di solidarietà condivisa, sguardi di comunanza e condivisione, dai balconi o quando vai a
fare la spesa… dall’incrocio degli sguardi è come se ci conoscessimo tutti, stiamo vivendo tutti la stessa

situazione, “parliamo” con gli occhi con sconosciuti che sconosciuti non sono poi così tanto.

Certo, c’è anche chi ti sta lontano e ti guarda male o non ti guarda del tutto. Ma spesso lo sguardo sopra la mascherina rivela la nostra comunanza, la condivisione di una situazione che è assurda e reale allo stesso tempo.

 
Chi è “social” vive perennemente connesso, le relazioni virtuali sono aumentate e gli occhi ne risentono.
 
E’ un nuovo modo di relazionarci, giusto o sbagliato che sia. Per alcuni è un periodo di grandi relazioni, come non mai. Finita l’emergenza chi era solo e ha scoperto questa modalità comunicativa potrà integrarla o sostituirla con
le relazioni dal vivo.
 
C’è però anche chi non è “social”, e non gli importa di esserlo. E anche chi questo momento non solo non è
“social” ma è anche solo, triste, deluso. Magari arrabbiato, anzi credo proprio arrabbiato. Ingabbiato ai
domiciliari, magari in una casa che non gli piace o con persone con cui non si trova bene, perché non sempre
tutto fila liscio. In questi casi la fatica è enorme e può sembrare che non vi siano soluzioni, anche se la possibilità

di telefonare e chiedere aiuto c’è sempre. Come pure la possibilità che chi è “social” abbandoni momentaneamente la sua perenne connessione e si faccia parte attiva segnalando situazioni complesse.


Ma in generale, come possiamo affrontare bene la nostra vita casalinga?

 
Sì certo, ci sono varie indicazioni e il web in questo momento sta proponendo veramente di tutto.
L’offerta di consigli e suggerimenti è veramente infinita, e ognuno può trovare la “propria” soluzione.
Darsi degli orari fissi, curare il proprio aspetto e il proprio corpo, fare attenzione all’alimentazione, non chiudersi
in se stessi, chiedere aiuto psicologico o materiali ai tanti volontari che stanno sostenendo l’emergenza e tanto altro…
 
Però non è così semplice, siamo animali abitudinari e cambiare le nostre abitudini non è automatico, ci vuole volontà e costanza, nonché coraggio.
 
E anche tempo, ma quello non manca …
 
Emanuela 
 
 
 
Photo by Drew Graham on Unsplash
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