Elezioni 25 settembre 2022: come si vota?

Domenica 25 settembre gli italiani sono chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento.

I seggi sono aperti dalle 7 alle 23 e ad ogni elettore verranno consegnate due schede: una rosa per la Camera e una gialla per il Senato.

 

Con la legge sulla riduzione del numero dei parlamentari, si eleggeranno 400 deputati (invece di 630) e 200 senatori (invece di 315). 

Fino a qui tutto semplice, ma come capire che impatto ha realmente il proprio voto sul futuro Governo?

Per rispondere a questa domanda abbiamo voluto raccogliere le informazioni principali riguardo ciò che c’è da sapere per esprimere un voto consapevole.

Innanzitutto la legge elettorale in vigore al momento è il Rosatellum, un sistema misto maggioritario e proporzionale. La complessità di questa legge risiede nella diversa modalità di calcolo dei seggi che possono vincere i partecipanti alle elezioni.

In particolare, una parte (il 37%) dei rappresentanti del Parlamento verrà eletto con sistema maggioritario (nei collegi uninominali) e una parte (il 61%) con sistema proporzionale (nei collegi plurinominali). La differenza (il 2%) verrà eletto con il voto dall’estero.

Proviamo a fare chiarezza…

  • Sistema maggioritario: chi ottiene un voto in più rispetto agli altri ottiene la maggioranza dei seggi in Parlamento. Questo sistema premia le coalizioni.
  • Sistema proporzionale: ogni partito ottiene una percentuale di seggi in parlamento sulla base dei voti presi. Nella pratica, se una lista ottiene il 10% dei voti avrà il 10% dei seggi in Parlamento.
  • Collegi: i collegi elettorali sono una suddivisione per aree omogenee delle circoscrizioni elettorali. Quest’ultimi seguono più o meno la suddivisione delle regioni. Ad esempio in Piemonte, la Camera ha due circoscrizioni elettorali: Piemonte 1 e Piemonte 2 mente il Senato uno solo.
    • Uninominali: un unico candidato in ogni collegio. Nel sistema maggioritario, il candidato della coalizione che ottiene più voti si aggiudica il seggio.
    • Plurinominali: nei collegi plurinominali si elegge più di un rappresentante. Con il sistema proporzionale, questo avviene in maniera percentuale.

Nella sostanza, per la maggior parte (il 61%) il Parlamento verrà composto secondo un meccanismo proporzionale (percentuale di voti presi = percentuale di voti in parlamento); per la restante parte verrà composto secondo un sistema maggioritario, ovvero la coalizione che ottiene più voti in maniera assoluta viene “premiato” da questo sistema attraverso l’elezione di altri candidati.

 

Come saranno composte le schede elettorali?

  1. Facsimile scheda Camera
  2. Facsimile scheda Senato

Quindi nella pratica come si vota?

Ci sono modi diversi di esprimere il proprio voto:

  • Tracciare una sul simbolo del partito che vuoi votare: il tuo voto verrà assegnato sia ai candidati al plurinominale del partito che hai votato, sia al candidato all’uninominale;
  • Tracciare una sul nome del candidato all’uninominale (il riquadro in alto sopra ogni coalizione): il tuo voto andrà al candidato all’uninominale e poi ripartito fra tutti i partiti che lo sostengono;
  • Tracciare una X sia sul simbolo del partito che sul candidato all’uninominaleil tuo voto andrà al candidato all’uninominale e ai candidati al plurinominale del partito che hai votato.

Non c’è nessun nome da scrivere.

Il tuo voto viene annullato se esprimi il voto disgiunto, ovvero se viene tracciata una X sul simbolo di un partito o di una coalizione ed un’altra X sul nome di un candidato di una coalizione diversa.

Le soglie di sbarramento

Il voto potrebbe non finire al partito che hai scelto a causa della cosiddetta soglia di sbarramento. Infatti, un partito per poter entrare in Parlamento deve ottenere almeno il 3% dei voti e ciascuna coalizione almeno il 10%. I voti delle liste che superano l’1% ma non arrivano al 3% vengono ripartiti proporzionalmente nelle liste alleate; se un partito non raggiunge neppure l’1%, i voti vanno dispersi: ovvero, non vengono ripartiti.

Photo by Element5 Digital on Unsplash

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