Come possiamo diventare la versione migliore di noi stessi?
Come possiamo lavorare meglio?
Nella vita lavorativa come nella vita privata, tendiamo spesso a paragonarci agli altri e a voler essere come loro.
Purtroppo questo atteggiamento determina una sensazione di inferiorità e di inadeguatezza che ci procura malessere e sposta in continuazione l’attenzione sugli altri. Tutto questo finisce con il portarci a mettere in atto azioni che non sempre portano ai risultati voluti, proprio perché non sono del tutto “nostre”.
In ambito lavorativo, per esempio, tendiamo a copiare soluzioni organizzative che altri hanno attuato senza adattarle alla nostra realtà. Poi magari ci lamentiamo che non funzionano!
Il confronto con gli altri è sicuramente utile, perché ci può far capire che cosa possiamo cambiare o in che cosa possiamo migliorare. Tuttavia, copiare asetticamente che cosa fanno gli altri non funziona, perché ogni realtà lavorativa ha una propria peculiarità che richiede soluzioni fatte su misura o se non altro adattate alla singola realtà.
Il confronto sociale con l’altro è poi particolarmente faticoso quando ci si misura sul tema denaro, perché siamo spesso intimamente convinti che agli altri le cose vadano meglio e che guadagnino più di noi.
Il nostro desiderio a volte è di essere come qualcun altro e di avere il loro stesso stato sociale. Ma spesso idealizziamo, perché non vediamo che anche gli altri hanno problemi e difficoltà… o perché i problemi e le difficoltà dell’altro non vengono mostrati, volutamente o meno.
Non è mai facile mettere in mostra le proprie difficoltà in un mondo in cui il successo si misura in base all’apparenza. Oggi tendiamo a ostentare una ricchezza che non sempre abbiamo, attraverso i beni materiali che utilizziamo, auto o casa o studio professionale, alimentando nell’altro invidia e imitazione.
Negli ultimi anni di crisi questo fenomeno si è intensificato perché, nonostante i margini di guadagno inferiori e le perdite su crediti aumentate, non sempre il tenore di vita è sceso. Ognuno si sente in dovere di mantenere quell’immagine di “professionista” che socialmente ci si aspetta e generare aspettative reciproche tra colleghi.
Questo perché ognuno di noi vorrebbe essere come l’altro, che vede più bello e più ricco, dimenticando che il confronto più costruttivo è con se stessi, nel cercare di migliorarci e di essere sempre più autentici.
Ognuno sa di avere punti deboli e margini di miglioramento, che vanno affrontati a prescindere dagli altri.
Concentrandoci sui successi degli altri, veri o presunti, rischiamo di inseguire obiettivi altrui che ci possono distrarre dal perseguire i nostri, impedendoci di diventare “il meglio di noi stessi”.
Emanuela
Articolo uscito originariamente su Ratio Quotidiano il 03/04/2019.