E’ possibile non pagare una cartella esattoriale senza incorrere in un pignoramento? Nel caso in cui una cartella fosse dovuta, l’unica possibilità diventa la “prescrizione”.
Detto in termini comuni, bisogna aspettare il momento in cui la cartella di pagamento “scade”, ossia il momento a partire dal quale il creditore non ha più diritto a chiedere il pagamento.
Pertanto la cartella non ha più valore e non può dar vita a un pignoramento.
La logica sta nel fatto che non si può infatti lasciare il debitore con il rischio di un’azione esecutiva a vita.
Il creditore deve farsi parte attiva e, di tanto in tanto, sollecitare il pagamento.
Gli atti tipici per interrompere la prescrizione dei propri crediti sono:
• la cartella di pagamento;
• l’intimazione di pagamento;
• il preavviso di fermo;
• il preavviso di ipoteca;
• un qualsiasi atto di pignoramento.
Ogni volta che il contribuente riceve la notifica di uno di tali atti, la prescrizione si interrompe: il termine, quindi, si “azzera” e ricomincia a decorrere da capo, a partire dal giorno successivo.
Ma, in particolare, quando una cartella esattoriale va in prescrizione?
Dipende, i termini di prescrizione variano a seconda del tipo di debito, ovvero:
– La cartella relativa all’Irpef si prescrive dopo 10 anni
– La cartella relativa all’Iva si prescrive dopo 10 anni
– La cartella relativa all’Irap si prescrive dopo 10 anni
– Le cartelle relative all’imposta di registro e in generale alle imposte ipocatastali si prescrivono dopo 10 anni
– Le cartelle relative a multe stradali si prescrivono dopo 5 anni
– La cartella relativa alla tari si prescrive dopo 5 anni
– Le cartelle relative alle imposte sulla casa, tarsu e tosap, come tutte le imposte regionali, si prescrivono dopo 5 anni
– La cartella relativa al bollo auto si prescrive dopo 3 anni
– Le cartelle relativa a inps e inail si prescrivono dopo 5 anni
– La cartella relativa al canone rai si prescrive dopo 5 anni
Che fare, quindi, se la cartella esattoriale è prescritta?
In teoria sarebbe possibile presentare un’istanza in autotutela all’ente titolare del credito (spesso Agenzia Entrate Riscossioni), ma la pratica quotidiana ci dimostra purtroppo che queste istanze non vengono mai accolte.
Così tutto ciò che si può fare è aspettare: aspettare che l’Esattore provveda a notificare un successivo atto o un pignoramento e fare ricorso contro quest’ultimo, chiedendone l’annullamento per intervenuta prescrizione.
Al prossimo articolo, saluti da Marta e Stefano