La potenza rigeneratrice del viaggio

Emanuela Barreri

La potenza rigeneratrice del viaggio – Parlare dopo è facile…

Tutti noi amiamo raccontare dei nostri viaggi, dei posti dove siamo stati e delle nostre avventure estive, però la verità è che parlare dopo è facile perché torniamo stanchi, ma rigenerati e carichi di emozioni, mentre prima di partire non sempre siamo così sereni nell’affrontare luoghi e posti nuovi. 

Lasciare la nostra casa e le nostre abitudini per affrontare luoghi e persone sconosciute ci affascina e al tempo stesso ci impaurisce, perché il non conosciuto e il diverso da noi da sempre mette ansia, anche se spesso non lo ammettiamo e partiamo spavaldi.

Per sopperire a questa realtà, al giorno d’oggi ci sono molti strumenti, a cominciare da Google Maps per orientarci sulle cartine fino a Street View per “vedere” in anteprima dove andremo. Tutti questi strumenti ci aiutano ad prendere familiarità con i luoghi del nostro viaggio, però non potranno mai sostituirsi a quello che sarà veramente, alle persone che incontreremo, agli odori che sentiremo, ai suoni e ai colori che saranno unici perché unici saranno quei momenti.

E torneremo rigenerati perché avremo avuto la possibilità di superare delle piccole prove in contesti nuovi e in situazioni diverse dalle solite, dove non ci sono le sicurezze del conosciuto di sempre.


Durante il viaggio avremo la possibilità di conoscerci meglio, perché ci sperimenteremo in situazioni nuove e una volta tornati sapremo che se capiterà di nuovo qualcosa di sconosciuto ce la faremo nuovamente.

Avremo la mente più disponibile a vedere soluzioni diverse, perché saremo più disponibili e i nostri orizzonti si saranno allargati.

Viaggiare in posti nuovi è un misto di timore e di gioia, che ci fa tornare in uno stato di stanchezza “rigenerativa”, perché inutile dirlo, torniamo stanchi, ma “vivi” di sensazione nuove.
E se non possiamo viaggiare in posti nuovi, per qualsiasi motivo, possiamo comunque rigenerarci leggendo libri ambientati in paesi lontani, viaggiando con la mente e visualizzando luoghi lontani attraverso le parole di chi scrive.

Leggendo “Né di Eva Né di Adamo” di Amelie Nothomb sono salita anche io al monte Fuji… e anche se non sono mai stata in Giappone, ancora oggi ne ho un ricordo vivissimo nella mia mente.
 
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