A parte qualche filmato di seduta durante le lezioni e l’attività di people watching citata nel precedente articolo, il giovane aspirante psicologo può avviare una prima rudimentale pratica attraverso l’osservazione dei personaggi di alcune serie tv.
Sebbene qualsiasi opera cinematografica (e non solo) possa fornire spunti di riflessione trasversali alla psicologia, le serie tv sono diventate qualcosa di unico: lo spettatore si ritrova con una storia che si disvela nel tempo, intrattenente, che stimola la curiosità e permette di seguire le vicende del protagonista “a puntate”.
Un prodotto così suggestivo cattura l’attenzione: a volte non vediamo l’ora di essere di nuovo davanti allo schermo per vedere cosa succederà nel prossimo episodio. In questo modo le puntate della serie e i suoi personaggi potrebbero diventare compagnia costante nelle nostre giornate per settimane, se non per mesi.
Questo “percorso” che facciamo con loro ci permette di scoprirli, di appassionarci alle loro storie, di parlarne con altri, a volte di identificarci con loro e in qualche modo anche “affezionarci”: se no come spiegheremmo il sentimento che ci prende quando giungiamo all’ultima puntata???
La moltitudine dell’offerta di serie tv attualmente presente è troppo vasta per essere contenuta in questo articolo ma, dal mio punto di vista, le serie “interessanti” per lo psicologo in erba possono essere classificate in due sottogruppi:
In questa categoria troviamo storie in cui non sono le vicende del protagonista ad attrarci di più, ma è l’argomento trattato che può stimolare la curiosità: sessualità, emozioni, criminologia, tecnologia, il rapporto di coppia, eccetera. Tra le tante serie, vi cito Lie to me, Mindhunter, Master of sex, Black Mirror, Osmosis.
Articolo a cura di Silvia Tedone
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